Data pubblicazione
14/09/2007 12:00:00
Don Andrea dell’Oratorio Salesiano di Figline se ne va; si trasferisce ad altra sede. Siamo andati ad incontrarlo per conoscere meglio la sua storia e per raccogliere le sue impressioni su questo cambiamento. “Insomma Don Andrea se ne va”, una frase che risuona ormai per le strade di Figline, generando dispiacere nel paese tutto. Siamo arrivati davanti all’Oratorio, quell’Oratorio che Don Andrea guida mirabilmente da 12 anni; ci è venuto incontro con il suo abituale sorriso. Ci fa accomodare in Direzione. Parlare con Don Andrea, anche per la prima volta, è piacevolissimo; il suo squisito modo di interloquire ti fa pensare di averlo conosciuto da sempre. Il suo completo nome anagrafico Don Andrea? Andrea Marianelli. Quanti anni ha? Si può chiedere vero? Certo che sì, ho 50 anni, per la precisione 51 a Natale, ma fino ad allora preferisco dire 50! Già alle prime battute emerge la sua simpatia. Dove è nato? Sono nato a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, e per Marittimo si intende, forse non tutti lo sanno, il paese che si trova in alto, non quello direttamente sul mare; infatti, ci spiega, anticamente si dava il nome di Marittimo alla parte del paese più alta che aveva panoramica sul mare. Possiamo ripercorrere brevemente la sua storia? Se crede ci racconti come è nata in lei la vocazione al sacerdozio. Certo, non ci sono problemi. A 18 anni intuivo già di avere una propensione verso il sacerdozio; tuttavia, precisa con la sua solita ironia, ho voluto fare il “furbo” ed ho preferito procrastinare una vera e propria decisione per fare prima alcune esperienze lavorative Mi sono diplomato ragioniere, soprattutto per volere di mia madre, che non mi avrebbe mandato volentieri a studiare all’Istituto Magistrale di Livorno, e, come tale, ho iniziato in una Ditta; dopo una decina di anni mi è stato proposto dal mio datore di lavoro di divenire suo socio; a quel punto decidere diveniva improrogabilmente necessario: così, nel 1986, a 30 anni, ho iniziato il mio noviziato salesiano. Dunque, ci dice, non c’è un solo modo di vivere la salesianità; quando si decide di divenire un salesiano lo si può fare in due modi: come coadiutore laico o come prete; pertanto, dopo un anno, divenni Salesiano Temporaneo; dopo circa 6 anni, nel 1993, ho preso i Voti Perpetui come Salesiano Prete. Nel Settembre 1995, mentre stavo finendo gli studi a Torino, mi fu proposto di venire qui a Figline ed accettai, sapendo che sarei stato sicuramente ben accolto, se non altro per il fatto di essere un Salesiano; vede, ci tiene a precisare, io avevo anche dei parenti da queste parti e per questo potevo considerarmi sufficientemente appoggiato in qualche senso, ma ero sicuro di non averne bisogno; ero cosciente del fatto che, in un paese, il Salesiano è vissuto sempre con grande stima, ed infatti così è stato; anzi, posso dire che, in particolare, il rapporto fra i Figlinesi ed i Salesiani è stato unico. Quando arrivai, continua, c’era da effettuare una certa ricostruzione dell’Oratorio, nel senso di riappropriarsi particolarmente di alcuni ambienti, riorganizzandoli logisticamente per poter ristabilire i rapporti soprattutto con i giovani e con questo progetto iniziai; poi tutto quello che ho fatto con questi ragazzi è venuto naturalmente nel corso degli anni ed, è stato molto bello; a questo punto Don Andrea ricorda con leggera commozione quanto gli è stato caro quando, durante le sue esperienze di educatore, qualche ragazzo ha asserito di vedere in lui quasi un padre.
Quando parla dei “suoi” giovani Don Andrea si illumina. Cita Don Bosco:
AMATE CIO’ CHE AMANO I GIOVANI ED I GIOVANI AMERANNO VOI.
E Lui ha messo in pratica questo insegnamento in modo esemplare. Don Andrea si è dedicato a ciò che ai giovani più faceva piacere; ad esempio è divenuto presidente della squadra calcistica, la SALES FIGLINE ed i ragazzi mai avrebbero desiderato un presidente migliore. Lo stimano come dirigente e lo amano come amico; un rapporto c
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