Data pubblicazione
18/12/2008 00:00:00
Siamo esterrefatti, increduli, di quanto abbiamo letto ed appreso ieri sera.
Una azienda del Rignanese , in attivo e con voglia di assumere, chiede di poter lavorare, espandere l'azienda per rispondere alle esigenze di mercato, ma ancora una volta la pubblica amministrazione, un fardello incredibile per l'economia, è la causa del freno di questa azienda a nuove assunzioni o forse ancora peggio, l'incentivo a trasferire l'azienda altrove.
In tal proposito abbiamo pensato di dare voce a queste aziende danneggiate dalla irresponsabilità comunale della giunta Magherini, supportate dalla pesante critica del consigliere Andrea Calò, ma muoveremo anche ulteriori passi affinchè i media si occupino di questa faccenda.
Veniamo ai tristi racconti :
Questa la sintesi della azienda Fantechi :
SIAMO UNA DITTA DI CIRCA 30 DIPENDENTI CHE ESPORTIAMO PER L’85% NEI PAESI ASIATICI.
AVREMMO BISOGNO DI AMPLIARE LA FABBRICA PERCHE’ ABBIAMO LAVORO PER ALMENO ALTRI 15 DIPENDENTI, ABBIAMO CONTRATTI GIA’ FATTI CHE NON POSSIAMO RISPETTARE, E RICEVEREMO PER QUESTO RICHIESTE DI DANNI.
ABBIAMO AVUTO LA CONCESSIONE DELL’AMPLIAMENTO DELLA FABBRICA, CHE NON VERRA’ DA NOI RITIRATA PERCHE’ IL COMUNE DI RIGNANO SULL’ARNO PUR AVENDO DAL 1997 UN MUTUO DI 360.000.000 PER LA MESSA IN SICUREZZA DA RISCHIO IDRAULICO DEL FOSSO SOTTO DI NOI AD OGGI NON E’ STATO FATTO NULLA NONOSTANTE LE PROMESSE VERBALI DI TUTTI QUESTI ANNI, SIA IN COMUNE SIA PRESSO DI NOI ALLA PRESENZA DEI CITTADINI.
NON RISPETTANDO I CONTRATTI GIA’ STIPULATI, RISCHIAMO UNA CRISI CHE PUO’ PORTARE ANCHE ALLA CASSA INTEGRAZIONE DEI 30 IN VIGORE.
questa l'interpellanza , che è al numero 20 dell'ordine del giorno del consiglio comunale di oggi.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Rignano sull’Arno
Oggetto: interpellanza urgente “ chiarimenti in merito: 1) ai motivi per i quali l’Amministrazione Comunale non è mai intervenuta concretamente a mettere in sicurezza la zona di Rosano nei pressi del torrente Castiglionchio, nonostante che quella zona sia stata oggetto di numerose esondazioni e sia ritenuta a rischio idraulico; 2) che fine hanno fatto i 360.000.000 milioni di lire stanziati nel 1997 e per i quali fu attivato un mutuo dal Comune di Rignano sull’Arno presso la Cassa Depositi e Prestiti proprio per provvedere alla manutenzione straordinaria danni e calamità naturali e sistemazione del Torrente di Castiglionchio mai realizzata; 3) cosa intende fare concretamente l’Amministrazione Comunale per mettere in sicurezza il fosso di Castiglionchio nella zona di Rosano allo scopo di garantire la permanenza in zona delle diverse attività produttive e offrire garanzie concrete ai residenti 4) accertamento delle responsabilità e delle inadempienze amministrative” ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale si richiede l’iscrizione all’ordine dei lavori
Presso il bacino del Fosso di Castiglionchio sono situate da decine di anni una serie di attività produttive. Per brevità ne segnalo alcune Fantechi srl, Grafiche Corsini srl, Grafiche Tanini, Amazzoni Cartotecnica, Alterini, Silver Fashion, Mind Macchine Industriale, Inox Metal, Cimazoo Materiali Agrari, Agriturismo Castiglionchio di Terenzi ecc.
La zona di Rosano - nello specifico industriale artigianale - viene da tempo classificata a rischio idraulico ovvero zona soggetta a possibili inondazioni da parte di acque provenienti da corsi d’acqua naturali o artificiali.
Il fosso “ Ripigliatoio” o di Castiglionchio ricade quasi interamente nel territorio del Comune di Rignano sull’Arno e per una piccola parte nel Comune di Bagno a Ripoli, così come individuato nella varie Cartografie Regionali esistenti.
Il fosso per una serie di esondazioni e di interventi amministrativi contraddittori e lacunosi e forse mai effettuati è stato oggetto di una singolare vicenda che vede coinvolta l’Amministrazione Comunale di Rignano sull’Arno proprio sul versante della gestione e governo del territorio.
I fatti o le vicende a cui la presente premessa si riferisce riguardano una serie di esondazioni del Torrente Castiglionchio avvenute dagli anni 1991al 1993 le quali provocarono notevoli danni ad una civile abitazione ubicata in prossimità del fosso. I proprietari allora danneggiati dagli straripamenti del Torrente a causa dell’incuria in cui il medesimo veniva tenuto e in virtù di condutture mal eseguite ( la cui realizzazione però avvenne in parte seguendo alla lettera ciò che l’ufficio tecnico del Comune di Rignano sull’Arno aveva prescritto vedi nota 8 giugno 1982) fecero causa all’Amministrazione Comunale di Rignano sull’Arno, la quale a sua volta si rivalse su alcune ditte frontiste. Tutto ciò fu oggetto di una causa civile condotta dai proprietari dell’abitazione danneggiata e ascritta al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte d’Appello di Firenze la quale si concluse con la condanna di tre ditte a cui il CTU attribuì la colpa degli allagamenti dovuti per l’appunto all’insufficienza dei tubi che tombano il fosso.
Proprio in virtù della pericolosità rappresentata dai rischi idraulici (La pericolosità è un fattore legato sia alle caratteristiche fisiche del corso d’acqua e del suo bacino idrografico, sia alle caratteristiche idrologiche, ovvero intensità, durata, frequenza e tipologia delle precipitazioni, nel bacino imbrifero dal quale si alimenta ogni corso d’acqua) l’Amministrazione Comunale di Rignano sull’Arno il 13 agosto 1997 delibera di giunta n. 424 avuta l’autorizzazione da parte della Regione Toscana
(delib 815 del 1.7.96 Giunta Regione Toscana con la quale ammette il Comune al finanziamento complessivo di L. 531.000.000 per interventi di ripristino e prevenzione così distribuiti sistemazione Torrente Castellonchio L. 360.000.000, sistemazione Torrente Massone L. 90.000.000, sistemazione Torrente Troghi L. 81.000.000)
assume un mutuo di 360.000.000 con la cassa depositi e prestiti per manutenzione straordinaria danni calamità naturali sistemazione torrente di Castellonchio Loc. Rosano
I fatti:
Le grafiche Corsini avevano già iniziato la loro attività già dal 1974, nel 1981 ci fu una piena che portò via le gabbie che sostenevano le balze del fosso e proprio su invito dell’allora sindaco Sig. Camiciottoli nel 1982 su e indicazioni dell’Ufficio Tecnico del Comune eseguirono lavori con regolari permessi di intubamento del Fosso con tubazioni in ferro zingato del diametro di cm 260. La Fantechi spa venne dopo e trovò il fosso già in parte tombato dal precedente proprietario e ultimò le opere, iniziando altresì a pagare canoni specifici per l’occupazione di demanio idrico alla Provincia.
Nel 1993 quando si furono verificate una serie di esondazioni le ditte che hanno il passaggio su tale torrente presentarono un progetto per migliorare la situazione della zona sottoposta a rischio idraulico ma l’Amministrazione Comunale bloccò il piano di lavoro sostenendo che le opere sarebbero state da loro realizzate.
Nel frattempo in quel tratto di zona avvenne una implementazione di nuovi insediamenti produttivi, mentre il complesso delle attività industriali/artigianali unitamente ad una parte della popolazione residente a Rosano iniziò a battersi per la sistemazione del fosso partecipando a degli incontri con il Sindaco e la Giunta di allora, ma nulla di concreto venne fatto.
Nel 1997 il Comune di Rignano sull’Arno contrattò un mutuo ventennale di lire 360.000.000 c/o la Cassa Deposito e Prestiti per la sistemazione e messa in sicurezza del torrente di Castiglionchio.
La popolazione e gli insediamenti produttivi rimasero da allora e per tutti questi anni in attesa che partissero i i lavori ma ad oggi ancora niente.
24 ottobre 2006 l’Amministrazione Comunale di Rignano nella figura del responsabile di settore tecnico invia una nota prot. 14554 alla Provincia di Firenze Direzione Difesa del Suolo la quale ha per oggetto un quesito sulla riduzione del rischio idraulico del fosso di Castiglionchio, la nota inizia con un passo del tutto curioso ma significativo che riporto per intero rivolto dal tecnico del Comune all’Ingegnere Galileo Calcioli Paciscopi della Provincia: “ Come le è noto, l’intervento per la riduzione del rischio idraulico del fosso di Castiglionchio, come da progetto dell’Ing. Staccioli, non è stato realizzato, poiché avrebbe comportato la chiusura ai mezzi pesanti nella strada comunale…”
A detta del tecnico la zona soggetto a rischio idraulico non viene messa in sicurezza per un problema di interruzione della viabilità pesante (sich!)
La nota continua con un resoconto molto vago circa nuove proposte di intervento vagliate ma non realizzate e annuncia in modo altrettanto vacuo di un possibile progetto esecutivo di Publiacqua in occasione della realizzazione della rete idrica e fognaria dove in quel contesto potrebbero essere realizzate opere finalizzate alla riduzione del rischio idraulico. Il tecnico comunale termina la nota con congetture progettuali e con l’invito a realizzare un sopralluogo la mattina di lunedì 30 o martedì 31si desume ottobre 2006.
Le ditte Fantechi e Corsini avevano dato, invece la piena disponibilità a passare attraverso le loro proprietà fino alla fine dei lavori all’allora sindaco Signor Massimo Settimelli. Erano presenti anche persone abitanti del luogo.
A parte l’evento della nota sopra richiamata segue da quel momento da parte dell’Amministrazione Comunale il silenzio più assoluto.
Un anno e mezzo fa, i proprietari delle aziende Fantechi e Corsini chiedono all’Amministrazione Comunale di Rignano sull’Arno il permesso di ampliare le fabbriche con un conseguente programma di implementazione occupazionale, in quel contesto furono altresì richieste garanzie sul fatto che venisse fatta la strada e fosse realizzata la messa in sicurezza del torrente. Dal Comune i proprietari delle imprese ricevettero rassicurazioni circa la realizzazione delle opere di messa in sicurezza.
Ottobre 2008 il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche emette la sentenza con la quale condanna le Ditte Fantechi, Corsini e il fallimento Frabart snc (ovvero quelle ditte sopra il tombamento del fosso) in solido al risarcimento dei danni causati dalle esondazioni avvenute nel periodo 1991/93 in più al pagamento di una indennità per il diminuito valore dell’immobile per le alluvioni che potrebbero avvenire per i prossimi 60 anni e che potrebbero coinvolgere di nuovo la civile abitazione.
Al ricevimento della sentenza i proprietari delle imprese interessate alla messa in sicurezza della zona da rischi idraulici e ad un processo di ampliamento delle attività e ad un incremento occupazionale incontrano di nuovo il Sindaco e l’Assessore all’Urbanistica i quali nuovamente comunicano la probabile realizzazione del famoso progetto di Publiacqua annunciato dal Comune già nel lontano 2006 e di cui i cittadini ne hanno perso le tracce insieme al mutuo ventennale contratto dal Comune per ripristinare e mettere in sicurezza la zona.
Contestualmente le imprese contattano il Consorzio di Bonifica chiedendo al medesimo di realizzare la ripulitura del fosso a monte e non solo a valle, il Consorzio sembra che abbia risposto che la ripulitura sarebbe programmata a febbraio/marzo del prossimo anno ovvero nel periodo in cui la maggior parte del pericolo di inondazione è già passato(sich!)
Nonostante che il pericolo del rischio idraulico rimanga in una zona oggetto di esondazioni, e malgrado che da anni la popolazione e le imprese attendano le dovute operazioni di messa in sicurezza del fosso e a fronte di una sentenza che rischia di vanificare il futuro di alcune imprese e soprattutto il rilancio dell’occupazione, l’Amministrazione Comunale non si assume alcun impegno formale non chiarendo nemmeno che fine hanno fatto quegli stanziamenti a suo tempo richiesti per la manutenzione straordinaria del torrente di Castellonchio
CONSIDERATO CHE
Siamo di fronte ad una vicenda che presenta contorni inquietanti per i quali chiedo che vengano accertate responsabilità e inadempienze anche Amministrative chiedo al Sindaco e alla Giunta di riferire in Consiglio Comunale
1. se l’Amministrazione Comunale ritiene ancora necessario o meno l’intervento sul borro di Castiglionchio;
2. come mai dal 1997 ad oggi non si è ritenuto di intervenire, nonostante vi fosse a disposizione uno stanziamento attivato con mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti;
3. nel caso in cui l’intervento sul borro di Castiglionchio non si ritenga più necessario quale destinazione si intende dare alle risorse finanziarie disponibili per gli interventi di messa in sicurezza;
4. nel caso in cui invece si intendesse intervenire, dato l’aumento dei costi dal 1997 ad oggi, come l’Amministrazione Comunale intende sopperire alla maggiore spesa;
5. quali reali interferenze esistono fra la messa in sicurezza del borro di Castiglionchio e la viabilità comunale, che avrebbe dovuto essere interdetta ai mezzi pesanti;
6. se nel 1997 tale problema di interferenza sia stato o meno considerato nella definizione della messa in sicurezza dell’area ovvero se il problema si sia manifestato successivamente e in tal caso si chiede di conoscere i motivi per cui sono state realizzate opere configgenti con tale progetto;
7. quali sono stati, in merito alla questione, i rapporti con tutti gli altri soggetti pubblici interessati e quale siano state le determinazioni assunti dagli stessi in relazione alle scelte del Comune di Rignano;
8. in ogni caso come l’Amministrazione Comunale intende provvedere alla messa in sicurezza del borro di Castiglionchio e soprattutto in quali tempi, allo scopo di garantire la permanenza in zona delle diverse attività produttive e offrire garanzie concrete ai residenti.
9. cosa è stato fatto per la sistemazione degli altri due torrenti Massone e Troghi per i quali la Giunta Regionale aveva ammesso il Comune di Rignano sull’Arno ad accedere ad analogo finanziamento di L. 90.000.000 e di L. 81.000.000 per la realizzazione di interventi di riduzione del rischio idraulico
Rignano sull’Arno 3 dicembre 2008 UNITI per RIGNANO
Andrea Calò Consigliere PRC e capogruppo
Per chi desidera inviare messaggi, lo può fare alla casella info@figline.it
sul sito del comune di Rignano è possibile vedere l'ordine del giorno del consiglio comunale.
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