Sabato 5 giugno 2010 si è svolta, nel bel chiostro dell'Istituto “Marsilio Ficino” di Figline Valdarno, la cerimonia di premiazione della quinta edizione del concorso letterario bandito dallo stesso Istituto, concorso che in onore di Mario Luzi, docente al “Marsilio Ficino” nell'anno scolastico 1937-1938, ha per titolo un'espressione di straordinario e suggestivo respiro, ripresa, appunto, dall'opera del grande poeta fiorentino: Vola alta parola.
Il concorso, che si è svolto con il Patrocinio dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Figline Valdarno e della Provincia di Firenze, si articolava, secondo la sua tradizione, in due sezioni, una riservata agli alunni della Scuola Media e una a quelli del Ginnasio-Liceo. Ogni sezione prevedeva a sua volta una parte per la poesia e una per il racconto breve. Per questa quinta edizione, i lavori degli studenti della Scuola Media e di quelli del Ginnasio-Liceo dovevano essere ispirati rispettivamente al verso di Leopardi «Dolce e chiara è la notte e senza vento», e quindi all'“Ascoltare la Voce della Natura”, e al verso di Baudelaire «Uomo libero, sempre avrai caro il mare!», e quindi al “Sentire la Forza della Vita”.
Dopo il saluto e i ringraziamenti del Dirigente Scolastico, Don Enrico Vannoni, ha parlato il Sindaco di Figline Valdarno, Riccardo Nocentini, che ha avuto parole di elogio da un lato per l'Istituto, per l'importante ruolo svolto nei tanti anni della sua storia nel progresso umano e culturale della popolazione di Figline e del territorio in senso lato, dall'altro per il concorso letterario Vola alta parola, che dimostra, insieme a tante altre iniziative, la vitalità della Scuola e la ricchezza della sua offerta formativa. In piena armonia con la circostanza, il Sindaco ha infine recitato un suo breve componimento poetico.
È intervenuto poi Carmelo Mezzasalma, Superiore della Comunità di San Leolino e Presidente della giuria, che nel suo ricco e approfondito intervento ha ricordato innanzi tutto che questa bella e suggestiva “tradizione” del premio è un «punto di arrivo di quella scuola di scrittura creativa che lo scrittore Stefano Radaelli conduce da diversi anni» presso l'Istituto, successivamente ha indugiato in una riflessione intorno alla domanda insidiosa che si insinua nel nostro fare quando si scrive: «a che cosa serve la letteratura?» Anzi: «a che mi serve?» (con la particella pronominale «mi» che evita all'interrogativo di essere «incompleto o comunque generico e astratto»), «in un mondo come il nostro scientifico, pragmatico, tutto rivolto ai ruoli pratici e professionali?» Ed ha concluso, portando anche il contributo di grandi poeti e scrittori, che essa serve «a sviluppare le immagini della vita, a interrogarci sul suo significato e a comprenderlo. Serve a fare veramente ed efficacemente esperienza della vita». Sul senso di questa iniziativa del “Marsilio Ficino” si sono soffermati in vario modo anche gli altri giurati (Paolo Butti, Carlo Fiaschi e Vera Franci Riggio), che fra l'altro hanno espresso i più vivi complimenti nei confronti di tutti i concorrenti, al di là del valore dei singoli elaborati e delle valutazioni espresse su di essi, perché già la partecipazione in sé e per sé è cosa positiva e meritevole di plauso. Paolo Butti, già studente e insegnante dell'Istituto, per la prima volta membro della giuria del premio, ha auspicato che la partecipazione, in questa e nelle passate edizioni assai nutrita, diventi in futuro davvero corale, per una sempre maggiore consapevolezza dell'importanza della scrittura e quindi di tutte le occasioni che possono accostare ad essa. Paolo Butti ha sottolineato che la scrittura richiede impegno, tempo, ma che è un efficace strumento di autoconoscenza, di crescita, di maturazione umana e spirituale, ed ha ricordato, in quest'ottica, che Eugenio Montale, in una lettera del 10 febbraio 1981 sulle ragioni che spingono a scrivere, diceva che esse «sono così numerose che è difficile farne un sia pur approssimativo elenco. Forse l'uomo tenta di conoscere se stesso. Speriamo che qualcuno (riuscirà in questa difficile impresa)».
La giuria che aveva compilato, come vuole la logica talvolta un po' crudele di ogni concorso, le graduatorie anonime degli elaborati, ha provveduto, nel corso della cerimonia e in un clima generale di grande attesa e di palese emozione, ad abbinare questi ultimi agli autori, ed ha invitato ognuno a guardare ai risultati con grande serenità, traendone forti stimoli per migliorarsi, per andare sempre più avanti con fiducia.
Gli alunni e i lavori premiati sono risultati i seguenti: Scuola Media, poesia, 1° Eleonora Caiani Nel cielo, di notte, 2° Andrea Bottacci Il fiume, 3° Matilde Graziani La scuola, segnalati ex aequo Eleonora Martignetti Ascoltare la voce della natura, Martina Pesci Sarò sempre il tuo orgoglio, Niccolò Pezzati È arrivata l'estate e Riccardo Soldi Natura di notte; racconto breve, 1° Matteo Sanesi Una notte un po' particolare, 2° Cosimo Lanini Vi racconto la mia vita, 3° Alice Lapi Il mio campo di papaveri, segnalati ex aequo Virginia Moretti Sara - 18 maggio 2005 e Margherita Turrini Il mio nonno. Ginnasio-Liceo, poesia, 1° Federica Bozza Sole di maggio, 2° Arianna Damiani Cicatrice, 3° Leonardo Camiciotti La mia libellula, segnalati ex aequo Damiano Falsini Guardo il mare, Elena Piccardi Una volta accesa e Caterina Suriel Bracci La mia vita; racconto breve, 1° Arianna Damiani Il cuore del tè, 2° Manfredi Avitabile La... forza della vita?, 3° Emilia Della Monica L'insegnamento dei ricordi, segnalati ex aequo Mariacostanza Aterini Punto, Selene Cannelli La casa delle sorprese e Filippo Martini Il racconto.
L'appuntamento è ora per l'uscita, in tempi brevi, quelli tecnici, dell'elegante volumetto contenente i lavori premiati e tutti gli elementi che possono avvicinare alla bella atmosfera del premio; in particolare la pubblicazione darà agli elaborati, e ai loro autori, la giusta valorizzazione, allargandone la cerchia dei lettori e, sicuramente, degli estimatori.
Paolo Butti
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