Alla fine è scoppiato il “caso Lambruschini”, un’autentica bomba che nella deflagrazione si è portata dietro il sequestro del cantiere e tredici avvisi di garanzia, cominciando dal sindaco Riccardo Nocentini per proseguire con tutta la giunta, tranne l’assessore La Cognata assente nella seduta in cui sono stati firmati i principalii atti relativi alla ristrutturazione delle ex scuole.
Oltre agli amministratori sono finiti nel registro degli indagati anche alcuni tecnici, sia comunali che esterni, mentre gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno messo i sigilli al cantiere, nei giardini Morelli. Le indagini sono state coordinate dal pm Giuseppina Mione che ha presentato al gip Rosario Lupo le richieste di sequestro per «presunte irregolarità edilizie».
Il gip ha accolto le richieste del pm e ha emesso ieri il decreto di sequestro dell’intero cantiere della Lambruschini.
Il recupero delle Lambruschini è nato male e fatto peggio, secondo i tanti tecnici ed esperti che l’hanno osteggiato fin dal momento della progettazione.
Per quanto si sa il vecchio edificio non è vincolato alla Soprintendenza e quindi in teoria il Comune, prorpietario dell’immobile, non aveva permessi speciali da chiedere, ma avrebbe dovuto seguire solo le procedure di asta pubblica dal momento che i lavori superano gli 8 milioni di euro.
E’ possibile invece che l’inghippo giudiziario sia proprio in queste procedure di affidamento.
Molto rumore ha fatto peraltro il criterio squisitamente tecnico del recupero contro il quale si è più volte scagliato anche il noto critico ed esperto d’arte Vittorio Sgarbi. L’onorevole Sgarbi ha sparato a zero senza mezzi termini contro una giunta che stava effettuando un recupero a suo dire ‘mostruoso’, ‘un obbrobrio’ in un centro storico, quello di Figline, che invece è un vero gioiello. Altri tecnici hanno parlato di «incapacità e mancanza di sensibilità del progettista» senza mezzi termini.
Nel mese di febbraio gli uomini del Corpo Forestale erano andati a Figline per consegnare l’avviso di garanzia a due tecnici con l’accusa di ‘abuso d’ufficio’, però le indagini non si sono fermate lì e sono sfociate nel sequestro della scuola di ieri. Le informazioni di garanzia, per quanto è dato sapere, sono finalizzate appunto al sequestro per evitare che l’eventuale reato sia portato a ulteriori conseguenze.
Adesso il cantiere è chiuso, gli operai sono stati mandati a casa, «Il tutto parte dall’esposto di un cittadino – ha spiegato Riccardo Nocentini - comunque siamo tranquilli e continueremo a collaborare con la magistratura, inoltre – sottolinea – siamo convinti della correttezza e della bontà del nostro operato. Faremo immediatamente ricorso per la riapertura e la ripresa dei lavori».
Adesso non resta che aspettare gli sviluppi di questa vicenda, che cade a poco più di un anno dal rinnovo dell’amministrazione comunale.
Fonte: La Nazione
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